martedì, luglio 19, 2005

Siamo tutti terroristi

Il terrorismo crea paura.

La paura crea il sospetto.
Il sospetto porta alle leggi speciali.
Le leggi speciali limitano la libertà.

Ok. C'è un gruppo di persone che sono incazzate nere con noi occidentali e non voglio entrare nel merito del perchè siano incazzate, perchè qualunque sia il motivo non è mai abbastanza valido da giustificare la morte o il ferimento di un povero tizio che la mattina si alza per andare a lavoro e cercare di arrivare a fine mese.

Mi fa rabbia il terrorismo. Mi fanno rabbia le ingiustizie. E mi fa rabbia che per combattere il terrorismo ci si tratti tutti da terroristi. Le leggi speciali fanno questo.

Siete (ovvero siamo) tutti terroristi.

E ci tengono sotto controllo. Ci guardano, ci osservano, ci registrano.

Si ok, tanto non ho nulla da nascondere... e chi se ne frega se leggono la lista della spesa che mando via email alla mia ragazza o se qualcuno mi fruga nel conto corrente?

No non me ne frega niente. Perchè non ho nulla da nascondere. E allora se non ho nulla da nascondere perchè mi devono tenere sotto controllo?

Una legge speciale ci rende tutti terroristi. Milioni di dati da registrare. Milioni di dati da incrociare. Milioni di risorse tese a tenere sotto controllo me.

Il cellulare, il telefono, il conto corrente, la carta di credito, il bancomat, la carta conad.
Tutto registrato. Tutto controllato. Tutto nel mirino.

Bang....

... ... ... ...

Fine della storia.

.gz

Io, matematico

Io e la matematica. Un amore finito troppo presto.

Al liceo mi piaceva. Mi piaceva la sua linearità, la sua certezza e la sua austerità.
Poi per mancanza di tempo ne ho abbandonato lo studio. E ora mi manca.

Matematica. Adesso della matematica mi è rimasto solo l'astrattismo metaforico... ovvero i luoghi comuni ovvero il sogno di scrivere la mia vita come una formula matematica, una equazione di grado n-esimo capace di restituire, una volta risolta, La Risposta.

Che non sia un semplice 42 però con tutte le implicazioni del caso.

La matematica la amo veramente. Un giorno tornerò a studiarlo e cercherò di risolvere l'equazione della vita.

.gz

lunedì, luglio 18, 2005

La dolce vita

Abbasso la visiera del casco.

Giro la chiave.

Premo il pulsante di accensione... e la strada si riempe del rombo del bicilindri.
Tiro la frizione. Abbasso la marcia in prima. Lascio la frizione e quando passo in seconda affondo l'accelleratore. Il rombo sale alto, al di sopra dei palazzi.

L'aria è fresca. La strada deserta. Inizia il mio viaggio nella notte.
Vado verso il centro. I semafori lampeggiano. Non c'è quasi nessuno per strada.

La strada è mia. La città anche.

Verso il centro. Verso il caos della vita notturna.
Gente in cerca di svago.
Gente in cerca di divertimento.
Gente in cerca di qualcosa.

Io, tra la gente.

Io cerco il senso di libertà. Il mio viaggio è senza meta. Segue le indicazioni delle strada. I sensi obbligati. I semafori verdi. E arrivo là. Là dove esisteva una volta la dolce vita romana.

Percorro via Veneto al contrario, scendendo verso Piazza Barberini. GLi alberghi sfarzosi ai lati. I turisti in cerca del passato. Anche Cafè de Paris ha un aspetto dismesso. Un aspetto da soffitta.

Scalo di marcia e affondo il gas. Il motore copre il silenzio e si porta via il passato...

Riprendo il viaggio... e arrivo a piazza Venezia. Risalgo via dei Fori Imperiali, ma senza emozione. Il rumore del traffico copre tutto. Anche il rumore del mio motore.

Riprendo la strada di casa, un po' esaltato, un po' deluso. La notte romana è cambiata.

Più viva o più morta. Non è più la stessa.

.gz

lunedì, luglio 11, 2005

Io e il male...

Io... che subisco il fascino del male.

Io... che il male lo faccio.
Io... che il male lo subisco.

Il male in ogni senso
come non-bene,
come a-morale,
come a-sociale,
come proibito,

ma anche

come im-perfetto,
come non-sano.

Il male come malato.

Il male è uno stato mentale. Uno stato indotto. Si fa il male perchè si è subito il male.

Chissà che non esista un "male naturale" e un "male sociale".

Il "male naturale" è quello connaturato alla natura umana. E' quello per il quale non dovremmo essere puniti.
Il "male sociale" è quello partorito dalla società. E' la violazione delle regole e delle leggi. E' quello per il quale veniamo puniti quando lo compiamo.

Il male come imperfezione. Il male come orrore, come ciò che rifiutiamo. E' quello che vediamo negli altri. E' quello che ci piace, perchè lo vediamo solo negli altri.

E gli altri? Lo vedono in noi?

Il male, l'imperfetto. Il male, il putrido. Il male.

.gz

Il male...

Lemma: male
Sillabazione/Fonetica [mà-le]
Etimologia Lat. ma°le, avv., deriv. dell'agg. ma°lus 'cattivo'
Definizione avv. [se proclitico, spesso troncato in mal; compar. peggio, superl. malissimo o pessimamente]
1 in modo non buono, non equo, non giusto; non in conformità con le leggi morali o le convenzioni sociali: trattare male qualcuno; comportarsi, agire, rispondere male | parlare, dire male di qualcuno, dire cose spiacevoli sul suo conto, diffamarlo | pensare male di qualcuno, averne un cattivo concetto
2 in modo non soddisfacente, non conveniente, non rispondente alle aspettative: dormire, mangiare, vederci male; risolversi, cominciare, riuscire male | andare male, procedere, riuscire in modo contrario a quanto si era sperato: gli affari vanno male; l'esame è andato male | finire male, avere cattivo esito; riferito a persona, mettersi su una cattiva strada o anche fare una brutta morte | vedere male, (fig.) vedere di malocchio, considerare sfavorevolmente | mettersi male, lasciar prevedere una soluzione sfavorevole o un fallimento: la cosa si sta mettendo male | restare, rimanere male, deluso e insoddisfatto | prendere male qualcosa, non affrontarla convenientemente, lasciarsene sopraffare; anche, risentirsi per qualcosa | trovarsi male, a disagio | sentirsi male, essere colto da malore | vestire male, in modo dimesso o inelegante | star male, si dice di cosa che non si addice, non è adatta: questo vestito ti sta male | stare male, essere malato o indisposto; essere in ansia o depresso | stare male a quattrini, averne pochi | non esser male, (fam.) essere discreto, abbastanza bello: quel film non è male | bene o male, in un modo o nell'altro | di male in peggio, sempre peggio, ancora peggio
3 in modo imperfetto: la radio funziona male; parlare male, in modo non corretto | in modo maldestro: dipingere, lavorare, nuotare male | in modo spiacevole, sgradevole: nella miseria si vive male. DIM. malino VEZZ. maluccio PEGG. malaccio
4 come negazione, non, non completamente: è una soluzione che mal risponderebbe alle nostre necessità; guardare qualcuno con mal celata antipatia

inter. esprime disapprovazione o rammarico: il lavoro non è ancora finito? male!
s. m.
1 il contrario del bene, cioè la mancanza o la negazione del bene; in partic., tutto ciò che si oppone alla virtù, all'onestà, che viola o compromette l'equilibrio spirituale o morale ed è perciò oggetto di condanna o di riprovazione: tendere al male; fare, commettere, fuggire il male; le forze del male | che male c'è?, non c'è nulla di male, si dice per controbattere un giudizio di riprovazione che si ritiene ingiusto | principio del male, insieme a quello del bene, principio fondamentale della filosofia manichea
2 cosa non buona, inutile o inopportuna; danno, svantaggio, sventura: non sarà male avvertirlo; il suo arrivo è stato un male per noi; augurare ogni male a qualcuno | fare male, agire in modo errato: hai fatto male a parlare | fare del male a qualcuno, nuocergli | volere male a qualcuno, nutrire odio o risentimento contro di lui | aversela a male, offendersi | andare a male, guastarsi, deteriorarsi | non c'è male, abbastanza bene: «Come stai?» «Non c'è male» | prov. : non tutto il male vien per nuocere, anche da un fatto o una situazione negativa può derivare qualche vantaggio
3 la sofferenza, il dolore, sia come manifestazione d'una malattia vera e propria sia come disagio o malessere fisico e morale: mal di denti; mal di testa, cefalea; mal caduco, epilessia; mal di mare, mal d'auto, chinetosi; mal francese, sifilide; mal sottile, tisi; mal di montagna, malattia d'altitudine provocata dalla rarefazione dell'ossigeno atmosferico, che produce difficoltà respiratorie, emorragie e disturbi neuro-psichici | male del secolo, malattia grave e diffusa che colpisce un determinato secolo | male oscuro, malattia fisica o morale che resta nascosta, latente, ma produce disagio | brutto male, (fam) il cancro | far male, provocare dolore fisico o morale: mi fa male la testa; m'ha fatto male vederla piangere così
4 malattia di animali o di piante: mal rossino, malattia infettiva dei suini, caratterizzata dall'apparizione di macchie rosse sulla pelle; mal vinato, malattia dell'erba medica e della barbabietola per cui le radici si ricoprono di uno strato di funghi di colore rosso.

fonte: http://www.garzantilinguistica.it/

venerdì, luglio 08, 2005

Io e l'umanità

C'è qualcosa di affascinante nell'umanità. Il bello è che l'umanità la cerchi e la trovi dappertutto.

La trovi in drappello di soldati, all'uscita di una fabbrica, negli uffici del comune. La trovi per strada, sull'autobus, sui vagoni della metropolitana.

L'umanità ti passa a fianco. Ti sfiora. Ti unge.

L'umanità è il giusto riflesso della società, ma l'umanità non ha gradini. L'umanità ci appiattisce tutti e ci mette tutti in fila. C'è qualcosa di affascinante nell'umanità

Se cerchi l'umanità devi guardarla in faccia.

E la trovi sul volto della drogata che ti chiede soldi, sul volto della signora che si stringe la borsa, sul volto della polizia che ti ferma, sul volto del tranviere che guarda i binari e su quelli della studentessa che ripete a mente il compito in classe.

L'umanità è sul volto dei barboni, su quello dei ferrovieri, su quello dei bambini che una volta sognavano lo zucchero filato e ora vogliono la playstation.

L'umanità è una puttana che va con tutti.

L'umanità sono io.

.gz

Io che spesso ci penso...

Io che spesso ci penso e più ci penso più me ne convinco che non ne vale la pena.

Non ne vale la pena di arrabbiarsi...

Non ne vale la pena di incazzarsi...

Non ne vale assolutamente la pena cercare di capire il senso di tutto questo.

Anche perchè penso che il senso di tutto questo non esiste e non può esistere.

Il mondo si muove su direttrici diverse e tendezialmente devianti. Basta giocare con le direttrici e cominci a da assaporare il gusto della Vita. La freghi così. Muovendoti fuori dello schema che ti ha disegnato. La sorprendi, ma non le dai il tempo di accorgersene. Ritorni subito nel tuo schema.

La vita è così. Futile e importante.

Vivere così mi piace. C'è una zona rossa. C'è una zona blu.

Giocare con le zone. Giocare con la vita. Con la tua vita. Con l'unica cosa che veramente ti apppartiene. E per questo ne fai quello che vuoi.

Io che spesso ci penso... ho imparato a fregarla. La vita.

Ora siamo pari. Io e la vita.

E la prossima volta tocca a lei... sempre che non riesco a sorprenderla di nuovo.

.gz

Io che chissà che cazzo credevo....

Credevo.

Credevo qualcosa.

Credevo in diverse cose.

Io che chissà che cazzo credevo.
Credevo che chissà quante cose avrei fatto.
Credevo di poter girare il mondo, credevo di poterlo cambiare, credevo che bastasse lottare...

E invece non basta nemmeno sognarlo. Cambiare il mondo, lo stato delle cose.

No. Il mondo non lo cambi. Il mondo ti cambia.

Ti cambia i sogni. Ti cambia i "credo". Ti cambia dentro. E per questo non te ne accorgi.
Si dice che si cresce, si matura, si prende coscienza. E invece si smette di sognare. Si smette di lottare... e ti adegui.

Adeguarsi significa sopravvivere.

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Si chiama routine. Si chiama adeguarsi. Si chiama sopravvivere.

E nel tentativo di sopravvivere, nel correre dietro la routine, nel ricercare effimeri momenti di autenticità e di felicità... a volte si riesce a cogliere il senso del tutto.

TUTTO. Tutto vero? Tutto falso? Tutto. Oppure NIENTE.

E' facile però dare la colpa al mondo. Il mondo ti cambia. No. Il mondo non ti cambia. Il mondo ti ignora. Nonostante TUTTO, ti ignora.

Il senso di tutto questo è che ho bisogno di dare la colpa a qualcuno. Sto cercando l'n-sima scusa per le cose che non vanno per il verso giusto, per quelle che non riesco a fare, per quelle che ho perso la voglia di fare. Fare, non fare. Vegetare. Così è semplice. Ma non rende. Non porta a niente. Non porta le RISPOSTE, non porta i RISULTATI. Non porta NIENTE. Anzi il niente, quello si.

.gz