lunedì, novembre 22, 2004

Il mondo incantato

Quando i piccoli problemi diventano insormontabili.
A volte capitano delle cose che richiedono da parte nostra uno sforzo, una reazione. A volte la reazione è la sensazione di dolore, la sofferenza. A questa dovrebbe succedere un'altra reazione ancora che è appunto il nostro modo di reagire a quella sofferenza e quindi alla causa diretta.

Ebbene, quest'ultimo passo non avviene più. Non c'è reazione alla sofferenza e quindi nemmeno alla causa. Che rimane. E allora perchè non ignorarla? Fare finta, anzi convincersi, che il problema non esiste, che anzi non ci riguarda, che addirittura noi non ne sappiamo niente.

Annullare il mondo intorno, annullare tutti i problemi, anche quelli più banali e vivere in un modo anarchico, una specie di paese incantato, dove a noi le cose vanno sempre bene.

E invece il mondo là fuori, resta, i problemi rimangono e prima o poi, ti fagociteranno tutto. E l'effetto valanga di tutti i problemi e le difficoltà non farà altro che amplificarne ognuna.
E allora ci vorrà molta più forza per reagire, per risolvere, per uscirne...

Ma da dove viene questo atteggiamento?
Perchè tutto ci appare dovuto e quando non l'otteniamo ci stiamo male?

Io voglio delle cose. So di non poterle avere. Perchè devo starci così male a non averle?

Ora preciso che non è che mi sento così, ma so più o meno come funziona il meccanismo. Un meccanismo perverso che forse negli adolescenti porta verso la maturità, ma nei grandi?

Verso che mondo stiamo andando?

.gz